venerdì 6 febbraio 2009

La settimana del cuore


Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei Paesi occidentali. «Attualmente la ricerca cardiovascolare mira a identificare le forme di terapia che in media risultano statisticamente efficaci su grandi numeri di pazienti, perché l’effetto non è abbastanza rilevabile su numeri piccoli», spiega il professor Maseri, già girettore del dipartimento cardio-toraco-vascolare dell’Istituto scientifico San Raffaele di Milano e titolare di cardiologia all’Università Vita-Salute, che ha lasciato i suoi incarichi per dedicarsi interamente alla Fondazione Per il tuo cuore-Hcf, l'onlus che ha promosso la Settimana del cuore. «Molti malati, però, si discostano considerevolmente dalla risposta media. Alcuni vanno incontro a guai nonostante le terapie, altri rimangono in buona salute anche se ritenuti ad alto rischio, e i motivi sono ancora sconosciuti», dice ancora Maseri. «La Fondazione intende sviluppare nuove linee di ricerca cardiovascolare per scoprire poi i meccanismi di malattia e di protezione ancora ignoti, in grado di spiegare quei casi che più si discostano dal comportamento medio».


Uno studio come quello che si è proposto la Fondazione è oggi attuabile solo in Italia, unica nazione al mondo in cui 5 mila cardiologi associati in un’unica organizzazione, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), collegati in rete, sono in grado di trasferire tutti i dati raccolti in un unico centro rendendoli disponibili in tempo reale, dagli ambulatori, dai reparti al Centro studi di Firenze. «L’impegno della Fondazione e di Anmco coincidono perfettamente», afferma il professor Francesco Chiarella, presidente di Anmco. «Siamo orgogliosi di poter contare sul contributo fondamentale di tutti i nostri associati, impegnati quotidianamente nelle corsie degli ospedali. Abbiamo piena consapevolezza che una nuova pagina della ricerca italiana verrà scritta non da pochi, ma da tutti noi. I medici italiani sono per natura i più curiosi al mondo, i più interessati a porsi domande, a differenza di quelli anglosassoni dove le categorie tendono a essere fisse, aristoteliche».


«Come cittadino non posso che esprimere soddisfazione per quest’iniziativa», commenta Boris Biancheri, presidente della Federazione italiana editori giornali-Fieg. «Come ex ambasciatore, poi, sono particolarmente fiero di quest’occasione per manifestare ancora una volta nel mondo l’ingegno e la competenza scientifica degli italiani».

http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=94f68402-f217-11dd-9d2c-00144f02aabc


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